venerdì 24 aprile 2009

Non ho voglia (di scrivere un titolo)

Non credo che il problema sia a causa la solitudine ma non so nemmeno esattamente cosa sia. Qualcuno potrà dire che è pigrizia, certo questo qualcosa le assomiglia molto ma un po' mi cullo nell'idea che non lo sia, che non sia definibile questo mio trovare sempre qualche altra cosa da fare ma non quella meno gradevole, questo mio saltare da un evento ad un altro bruciando i tempi morti come foglie secche, questo mio "sveglia, università, pranzo, computer, cena, computer, telefono, dormire" e nient'altro, questa mia voglia di parlare in continuo senza la voglia di fare. Eppure mi dico, quando mi guardo intorno vedo chi fa meno di me o chi fa diversamente da me ma in proporzioni simili. Non so cosa sia, so che ho abbandonato questo post per due ore e ora lo finisco. Così.

mercoledì 8 aprile 2009

7 Aprile - "Io" vs "Il Tempo" (Seconda e ultima parte)

(...Continua) Allo sportello della questura spiego la mia situazione, l'impiegato è gentile ma mi fa mille storie, poi mi illustra diversi problemi che potrebbero intralciare l'avanzamento d'urgenza della pratica.
L'impiegato mi chiede un documento ufficiale da parte dell'università che attesti l'effettiva urgenza, chiamo e mi rispondono: "Cosa?", "No ma noi lo facciamo solo se ci sono biglietti aerei acquistati...", "Ma non possiamo inviarlo noi, deve portarlo lei" "Sì, se viene qui si può fare".
Compilo la richiesta per il Passaporto e corro a prendere un taxi per l'università.
Arrivo all'ufficio Scambi, coda.
Entro nell'ufficio e l'impiegata mi rimprovera per la terza volta perchè non ho ancora il passaporto. Poi ancora: "no ma noi non lo facciamo", "no ma lei con chi ha parlato?", "ma l'ha detto la questura", "ma no non possiamo mandarlo via fax noi", "ma l'ha detto la questura?", "ok ma dobbiamo aspettare la responsabile (di che??)".
12.45, Faccio un quarto d'ora in segreteria per chiedere di fare la mattina presto l'esame di Giovedì per poter tornare in questura e mi dicono che ho sbagliato ufficio.
Alle 13,15 , come se niente fosse, faccio un esame di Programmazione e Controllo.
Torno barcollando a casa.
Studio per l'esame del giorno dopo.

7 Aprile - "Io" vs "Il Tempo"

La sveglia suona, forse sono più stanco del solito e decido di spegnerla, giusto per iniziare col piede sbagliato.
Alle 8,45 scendo che il tram è appena passato, aspetto dieci minuti e arrivo all'ufficio postale: il più vicino a me, anche se abito al centro della seconda più grande città italiana è a più di un chilometro di distanza.
Compilo il bollettino sbagliando tre volte e poi alla fine riesco a compilarne uno, lo pago allo sportello ed esco di corsa.
Mi sono fatto indicare dall'impiegato delle poste un fotografo per fare delle fototessere: entro, scatta, devo aspettare un quarto d'ora perchè c'è la coda di stampa... una stampante grande quanto un armadio per stampare 4 fototessere (la montagna partorì un topolino).
Di corsa alla fermata del tram, questa volta preso al volo: a due fermate da quella alla quale dovrei scendere il conducente urla "Termina!".
Entro in un Tabacchi e compro una Marca da Bollo (ah no scusate, Contrassegno Elettronico).
Corro al commissariato, chiedo dell'ufficio passaporti, lo raggiungo e l'impiegata mi dice che se ne ho bisogno con urgenza devo andare alla questura in Via Cordusio ma che vorranno una prova dell'urgenza.
Esco dal commissariato, corro a casa, stampo la sola mail che può testimoniare l'urgenza e la pagina in cui l'università di New York chiede i documenti.
Prendo il tram, raggiungo di corsa Via Cordusio: più di venti persone in fila allo sportello informazioni per ricevere un numero e rimettersi in fila o essere cacciati. Panico.
Arrivato allo sportello fanno la faccia storta per la mail ("ma non è un documento ufficiale, ma non c'è il nome dell'università...) e inorridita per la pagina della università di New York (ingleseeeee??), faccio storie, mi da un numero: sono le 11,25 (...Continua)

Dear Bocconi Students....

Sarà anche una e-mail dal contenuto antipatico ma la prima mail ricevuta dalla NYU Stern mi ha fatto un po' impressione.

P.s.: scusate l'assenza ma son giorni pieni di eventi, prima o poi vi racconto un paio di cosette.

venerdì 3 aprile 2009

Capelli

Io i capelli li taglio corti (come si può intuire dalle varie foto sparse nel web), che un taglio corto non è poi tanto difficile, che infatti a chi mi taglia i capelli per fargli capire che non c'è bisogno di impegnarsi troppo in complicate e da me irricomponibili geometrie dico sempre: "un taglio uniforme, grazie".
Il problema è nato da quando sono arrivato a Milano, circa un paio di anni fa: non sono ancora tornato due volte dallo stesso parrucchiere e forse ci sarà un motivo. Stavo rimandando il taglio al prossimo ritorno a Napoli, dal mio taglia-capelli di fiducia ma non mi va di perdere una parte del poco tempo di riposo che l'università mi concede e poi ormai i miei capelli sono davvero troppo lunghi.
Quindi sto preparando la strategia, cosa dire tra un paio d'ore a chi mi taglierà i capelli: "un taglio corto, uniforme, lunghezza circa un dito (con gesto del dito in orizzontale) e corto sulla fronte".
Incrociamo le dita.