sabato 4 settembre 2010

Una Fresca Notte d'Estate

E' l'una e undici minuti, ora che inizio a scrivere.

Non è troppo tardi, ma certo non è presto per niente, mi spiega il mio orologio biologico, nonostante abbia motivo di dubitare della sua precisione.

Mi ha spinto una voglia di scrivere, di quelle intense e concrete, senza via di scampo.

E' una notte fresca, allegra, docile. Una notte di pensieri e di vento, oltre che di cani e di gatti.
Luci sparse, scie di percorsi indecisi, soste fumose di veicoli spenti.

Silenzio.

Lo strano silenzio che c'è sempre ma che noti solo quando hai il cervello, lucido, limpido, ma pochi pensieri che lo solcano.

Ma quando lo senti, il silenzio, lui si sente in dovere di sorprenderti. Allora stridono gli pneumatici di un auto che passa, non c'è il botto, nonostante la frenata lunga, dal rumore si direbbe anche convulsa. Chissà che i miei non abbiano pensato, svegliandosi appena: "Davide".

Un quarto d'ora di pensieri può racchiudere il senso di un intera giornata. Già.

Le parole non dette non esistono, non è vero che valgono più di quelle che qualcuno ha davvero udito. Che poi esse stesse, valgono comunque davvero poco. Parliamo degli altri, per parlare di noi, o per non restare in silenzio.

Gatto rosso, gatto bianco e grigio, gatto bianco, gatto bianco e nero. Sarei disposto a preparare quattro ciotole di croccantini, se sapessi che ciascuno di loro ne riconosce una come propria, come casa, sebbene sia difficile dire cosa significhi per noi, figuriamoci per quattro gatti di strada.